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Faccette nere

Qualche giorno fa, nella calda piazza Ventimiglia di Montelepre, stavo controllando con un amico il monumento di Filippo Riccobono per verificare i segnali delle ultime fucilate estive sparate sul busto dell’insigne giurista, quando sentiamo alle nostre spalle un colpo di “good morning”.

Ci giriamo e ci si presenta una sorridente figura di colore nero con cuffietta incorporata stile Balotelli che salutava assieme ad un suo conterraneo, accompagnati da un operatore della struttura che li sta ospitando. Sì, perché dopo gli albanesi, i polacchi, i tunisini, i marocchini, i bambini di Cernobyl e i rumeni, Montelepre sta ospitando un gruppo di africani sopravvissuti a quelle immani tragedie che ogni giorno vediamo nei tg. E lo fa con il suo solito stile. Con spirito di fraterna accoglienza, con amicizia, con simpatia. Perché i monteleprini (oltre a ritrovarsi qualche cugino di secondo grado che è fidanzato con la nipote di primo letto dello zio di sua cognata vedova che come tutti sanno è stato battezzato 45 anni fa dal fratello di un elettrauto che ha regolato le puntine platinate ad un noto boss del posto e che è stato anche visto mangiare un panino con le panelle con il nipote dello stesso, omissis,) siamo fatti così.

Siamo brave persone. Accogliamo sempre tutti nel nostro piccolo e talvolta tormentato paese. Lo facciamo spontaneamente ed in maniera disinteressata, fa parte del nostro corredo genetico. Quando vediamo una faccia estranea non scatta in noi la diffidenza ma l’accoglienza. Per questo mi piace questo paese. Perché è tollerante, non è mai stato xenofobo. Nemmeno con i “totucci” palermitani. Accogliamo tutti.

E così tra queste pensate, un caffè e una sigaretta, mi è venuto di riflettere sul mondo. Ho pensato a quello che sta succedendo nel nostro pianeta, a questi popoli africani che dopo essere stati depredati delle loro ricchezze dalle grandi potenze coloniali, si ritrovano tra fame e guerre a scappare con le carrette del mare ed a morire tra le onde. Poi penso a quello che sta succedendo nel mondo arabo con annesse decapitazioni in diretta; alla Russia che sta riprendendo il vecchio vizietto di invadere stati sovrani ed all’America che spende una parte consistente del suo PIL per “esportare” la democrazia nel mondo. Ovviamente con relativi bombardamenti sulle popolazioni finalizzate alla liberazione da terribili dittatori che però, qualcuno ricorda, erano stati aiutati e armati dagli stessi USA. Un vecchio vizietto anche questo, come quando liberò la Sicilia dal fascio ed in compenso ci restituì i migliori esemplari di cosa nostra che erano stati “gentilmente” allontanati dall’opera meritoria del prefetto Mori.

Insomma l’umanità sta vivendo un ciclo difficile, con l’aggravante che anche il comune di Giardinello è stato sciolto per infiltrazioni mafiose; il Papa parla di una terza guerra mondiale; il Palermo si è fatto fregare la vittoria alla prima di campionato; tra poco torna in tv Maria de Filippi; non ci sono più le mezze stagioni e l’estate non è più quella di una volta.

Sopraffatto da tutto questo ma confortato da un sogno/rimembranza fatto l’altra sera che aveva come protagonisti il nostro premier Matteo Renzi che dice al suo predecessore Enrico Letta :”Stai sereno!”, mi rigiro verso le due sorridenti faccette nere dell’Abissinia che aspettano e sperano in un futuro migliore, e penso: chissà se sanno che l’operazione Mare Nostrum sarà sostituita con Frontex Plus, che più che un’iniziativa umanitaria sembra il nome di un profilattico. Forse perché si tratta di tenere sotto controllo le malattie infettive e quindi la profilassi. Boh! Fatto sta le ex potenze coloniali europee che hanno succhiato il sangue all’Africa per secoli stanno accollando tutto il peso di questa immane tragedia alla nostra Italia, ma soprattutto alla Sicilia ed alla sua comunità. Non sarebbe più giusto restituire all’Africa il maltolto ed aiutare il suo popolo in loco,creando strutture, ospedali, scuole, pozzi, favorendo agricoltura e sviluppo e consentendo a questa parte di umanità di vivere una vita senza miseria e malattie? Mah!

Meditando su questo, mentre le due simpatiche faccette nere si allontanano sorridenti, guardo Filippo Riccobono e certifico ufficialmente che non si ravvisano, in atto, scheggiature nell’autorevole busto. Almeno questo!

Faccette nere ultima modifica: 2014-09-04T17:54:34+02:00 da Nino Plano