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Prima una nuova classe dirigente

L’agonizzante Unione dei Comuni ha finalmente raggiunto la sua meta finale: l’estinzione. Ci si trova a dover gongolare per l’ennesimo fallimento della politica, ad assistere quasi con consolante impotenza alla sua intatta capacità di svilire ogni strumento di crescita e di pregiudicare ogni tentativo di razionalizzare l’amministrazione della cosa pubblica.

Gioire di un fallimento simile equivale quasi a maramaldeggiare. Aver dovuto, a ragione, sopprimere quest’unione dei comuni è come riconoscere l’incapacità di questa politica di darsi un colpo d’ ali;  di saper, per esempio, programmare la condivisione di servizi tra comunità – uno dei pochi strumenti rimasti a disposizione degli enti locali – per garantire qualità ed economicità dei servizi.  Strumenti di per se ottimi a questo fine – patti territoriali, società d’ambito, unioni dei comuni – sono stati devastati da una una politica miope e incapace (e queste sono le ipotesi migliori) e ridotti ad inutili e dannosissimi carrozzoni, che hanno divorato senza alcun tornaconto per i cittadini enormi risorse, contribuendo in maniera significativa al disastro economico in cui versiamo.

Quindi, come è chiaro, bisognerà ripensarli ed organizzarli secondo lo spirito che li ha istituiti. Condividere risorse e servizi con le comunità limitrofe non solo è giusto, ma anche necessario; purchè questo avvenga nell’esclusivo interesse dei cittadini.

E’ fin troppo evidente che per fare questo è necessario anzitutto ripensare ad un’intera classe politica piena zeppa di re Mida all’incontrario.

Prima una nuova classe dirigente ultima modifica: 2013-04-03T17:03:24+02:00 da Liberi Tutti