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I paladini del bene comune

Come volevasi dimostrare, la giostra è iniziata. La politica monteleprina, con una memoria corta corta, e una faccia tosta non indifferente (che in un commento precedente avevamo definito in modo più efficace) ha cominciato a muovere le prime mosse alla luce del sole (quelle in camera caritatis vanno avanti perennemente), per formare le compagini elettorali per le prossime elezioni amministrative.

La logica che le muove è sempre quella, storica, del “fotti compagno”. Non c’è nulla di politico o di programmatico a governare le dinamiche di queste composizioni, tutti possono stare con tutti, al di la delle proprie storie personali, delle proprie convinzioni o delle proprie idee (qualora qualcuno ne avesse). La strategia è una e una sola: danneggiare lo schieramento avversario e consumare qualche vendetta. L’unico scopo è quello di acquisire al proprio schieramento potenziali “grandi elettori”. Dinamiche più da calciomercato che da politica.

La cosa che più colpisce, però, è che tutti ma proprio tutti usano le solite parole d’ordine che in questi contesti vanno usate: rinnovamento della classe dirigente, spazio ai ggiovani, etica nella politica, competenza, trasparenza, lotta alla mafia ( o alle mafie se il personaggio di turno è particolarmenteardito) e soprattutto (questa espressione comincia seriamente a dare fastidio talmente è divenuta sinonimo di ipocrisia) ricerca del bene comune.

Sentir cavalcare questi valori da chi negli ultimi vent’anni o forse più, ne ha fatto scempio è o meglio sarebbe veramente troppo. In condizioni normali, certi personaggi sarebbero già spariti in buon ordine o cacciati malamente, invece da noi hanno sempre il pallino in mano. Quando si parla di politica, sembriamo soffrire di una sorta di “sindrome di Stoccolma” per cui per i politici ogni pesante colpa diventa un’importante gallone da esibire.

Persino chi è stato colto con le mani nella marmellata può consentirsi di fare sermoni ed ergersi a paladino del “bene comune”. I valori ed i principi che dovrebbero essere sacri, e che dovrebbero regolare la vita politica e sociale di ogni comunità, sono divenute sterili enunciazioni di facciata che non significano più nulla.

E allora, visto che davvero tutte le discussioni o manifestazioni politico-elettorali che si svolgeranno da qui in avanti, rischiano di diventare inutili liturgie, fiere dell’ipocrisia, per la prossima tornata elettorale da elettori o da concorrenti, useremo per scegliere una semplice ed elementare discriminante: La Memoria.

Cercheremo di non dimenticare nulla di ciò e di chi hanno ridotto la politica nostrana e il nostro paese in queste condizioni. Il resto sarà una ovvia conseguenza.

I paladini del bene comune ultima modifica: 2013-06-11T11:23:01+02:00 da Liberi Tutti