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«Reget»

L’altro giorno stavo passeggiando nel corso con mio compare Erasmo, per gli amici Arasimo, e tra un accenno alla Riforma del Senato e la conferma dell’esistenza del Bosone di Higgs, stavamo commentando l’ultima puntata del Segreto, la telenovela a cui siamo fedeli da diversi anni e che quotidianamente ci andiamo a vedere da mia zia Crocifissa assieme al Gruppo di Discussione “Pepa e Tristan” della Portazza.

Ad un certo punto mio compare scorge un volantino appizzato nella vetrina del bar ex don Giacomino – dove è nata la fantastica Pasta all’antica, il nostro dolce simbolo gastronomico. Lo vedo assorto che legge e dopo qualche minuto ritorna soddisfatto. Gli chiedo cosa ha letto di così interessante e mi comunica che Domenica c’è un convegno psicologico all’Auditorium.

-Psicologico? gli chiedo
-Sì, compare. Psicologico. Dice che fanno una specie di terapia per calmare i nervi, per arrisittarisi. Si intitola Reset.

Mi sono alquanto incuriosito e mi avvicino per leggere il manifesto e mi rendo conto che mio compare era completamente allallato. Sarà stato perché ci eravamo fatti l’aperitivo e il ragazzo ha esagerato con il gin oppure perché ogni tanto, con la scusa che non compra più le sigarette e se le fa con la macchinetta del tabacco, ci immischia qualche cosa strana. Fatto sta che ha confuso il termine informatico Reset con il nostrale resetto che significa mettere ordine, calmarsi, stare tranquilli da cui il verbo arrisittari.

Comunque alla fine ci siamo andati. Nel frattempo che aspettavamo l’inizio della riunione ho spiegato a mio compare che reset significa che quando il computer si impalla e tu non sai che cabbasisi fare si ammacca un pulsantino e il sistema riparte da capo. Quello che non hanno valutato gli organizzatori è che se il sistema è guasto, puoi fare tutti i reset che vuoi ma è matematicamente certo che il problema si ripresenterà. Quindi o si formatta o si toglie il problema. Il reset mette solo una pezza, non toglie il male.

E infatti il loro reset sembra solo apparente. A maggior ragione se nel sistema si è insinuato qualche virus o malware. Per togliere questi elementi ci vogliono buoni programmi sempre molto aggiornati facendo attenzione anche ai Trojan e relativi figli che usano i loro cavalli per prendere con l’inganno la nostra città come sta facendo un gruppo politico che ha già vestito il suo pupo e spera di riconquistare Palazzo Merra.

Ma torniamo al Reset che ha provocato il mio REGET. Eravamo belli assittati e ascoltavamo la signora che stava leggendo le regole del movimento. La prima cosa da sapere è che per stare con loro bisogna essere “apertamente antifascisti”. Al che mio compare che, pur essendo di sinistra (proviene dalle fila dei Giovani Socialdemocratici di quando c’era Saragat), non riusciva a capire da quale necessità può essere uscita fuori questa urgenza di dichiarare il loro antifascismo addirittura prima della loro antimafiosità. Sappiamo tutti che il fascismo e il comunismo sono stati dei regimi totalitari del Novecento di cui nessuno ha nostalgia. I problemi dei monteleprini sono tanti e non credo che possano trovare soluzione con questo tipo di dichiarazioni.

Ma il problema più grosso è stato quando Arasimo, dopo avere ascoltato tutte le regole del Reset, si voleva iscrivere perché si vuole portare per sindaco. Fortunatamente sono riuscito a dissuaderlo dopo avergli spiegato che doveva raggiungere il 70% dei voti alle primarie, e siccome pare che non sia previsto alcun abbassamento di quorum, si dovrà votare fino a quando non si raggiunge tale percentuale: quindi si prevedono tempi lunghi.

Considerato che siamo in periodo di aliva e che mio compare possiede una sarma di terreno tutto a uliveto, gli ho detto che se si dava alla politica non avrebbe avuto più il tempo per la raccolta. Fu così che dopo avere ascoltato tutti gli interventi si arrisittò e ritornammo in piazza. Ma la giornata non era ancora finita.

Telefonò a sua sorella Assunta per sapere a che ora facevano la puntata che non poteva perdere in quanto si sarebbe saputo se Donna Francisca aveva fatto sparare a Fernando, ma la stessa gli domandò subito se aveva preso impegni per le elezioni.

Arasimo pensava che era per togliersi l’obbligo con suo cugino che ogni volta chiede i voti per via di una raccomandazione che gli aveva fatto nel ’57 per entrare come bidella per 3 mesi alla scuola elementare, ma si sbagliava. Assunta si voleva portare come consigliere comunale. Le era stato proposto da un candidato della lista «Il Gattopardo» che sostiene il Pupo Sconosciuto, per accoppiarsi con lui, visto che la nuova legge prevede la doppia preferenza. Ma quando Arasimo ha sentito parlare di accoppiamento diventò un pazzo. Chi era quella cosa inutile che proponeva a sua sorella, schetta ranni, ancora illibata di accoppiarsi con lei?

Ancora una volta gli ho dovuto spiegare i meccanismi della legge elettorale, e dopo avergli offerto un caffè si è calmato. Perché la Sicilia è una terra strana e come sappiamo tutti è l’unico posto del mondo dove per calmarsi si prende il caffè magari dopo una rissa con 10 feriti, 70 coltellate e diversi colpi di pistola. Basta che arrivi qualcuno che calmi gli animi, butti una voce e inizi la recita del mantra: «Picciotti, un ci fu nienti! Pigghiamunni u cafè!», e tutto torna tranquillo.

Così ce ne tornammo a casa a vederci la nostra bella telenovela, che comunque risulta molto simile alla politica: tragedie, tradimenti, colpi di scena e sempre i soliti attori. Speriamo solo tra Reset e Reget, che Montelepre non decida di votare per il Repeat e ritorni allo squallore della politica dei soliti noti pupari.

«Reget» ultima modifica: 2015-09-23T20:22:42+02:00 da Nino Plano
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