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Qual è l’origine della sfincia di San Giuseppe?

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Il simulacro della Sacra Famiglia custodito nella chiesa delle Anime Sante di Montelepre

Il 19 Marzo è alle porte. La Chiesa festeggia San Giuseppe, quell’umile lavoratore tanto venerato da secoli, la cui festa è divenuta nel tempo anche pretesto per “celebrare” rituali a carattere gastronomico.

Si sa, quasi sempre per ogni festività c’è un piatto tipico che ne caratterizza la giornata. E qual è quella pietanza legata alla festa si San Giuseppe se non la celebre sfincia?

Le origini della gustosa pasta spugnosa sono antiche. Ne troviamo tracce nella Bibbia e nel Corano, anche se con una nomenclature diverse; la si può considerare come un’evoluzione araba e persiana del tradizionale pane.

Ma come diventa un dolce famoso e prelibato? La sua popolarità si deve alle suore del monastero delle Stimmate di Palermo, le quali tramandarono la ricetta ai più famosi pasticceri del tempo. La consistenza spugnosa del dolce rispecchia la sua etimologia latina “spoggia” e risulta così essere il dolce tipico, specialmente in Sicilia Occidentale, con il quale si festeggia anche l’ingresso della primavera.

Nel corso del tempo è stato arricchito e personalizzato dai diversi pasticceri. C’è chi oltre alla consueta crema di ricotta ha aggiunto gocce di cioccolato, frutta candita e granella di pistacchio.

La sua preparazione all’apparenza sembrerebbe complessa. In realtà è un dolce semplice da fare anche a casa.


 

Come si prepara la sfincia di San Giuseppe?

Ingredienti per l’impasto:  250 ml di acqua; 3,5 g di sale; 200 g di farina; 5 uova medie intere; 65 gr di burro (o 60 gr di strutto).

Ingredienti per la crema: 600 gr di ricotta; 180 gr di zucchero; 50 gr di gocce di cioccolato fondente.

Ingredienti per la decorazione: ciliegine; frutta candita; granella di pistacchio.

Iniziate la preparazione delle sfincie partendo dalla crema di ricotta. La sera prima mettete la ricotta di pecora dentro un colino per farla sgocciolare bene, poi versatela in una ciotola e unite lo zucchero; mescolate per amalgamare il tutto, coprite con della pellicola trasparente o con un coperchio e lasciate riposare in frigorifero per tutta la notte.

Versate in un pentolino l’acqua, il burro (o lo strutto) e il sale  e poi, una volta sopraggiunto il bollore, unite tutta in una volta la farina , mescolando gli ingredienti sul fuoco con un mestolo di legno per almeno 2-3 minuti fino a che il composto si staccherà dal pentolino.

Fate raffreddare e nel frattempo unite alla crema le gocce di cioccolato per poi riporla di nuovo in frigorifero fino a che le sfince non saranno fritte.

Mettete l’impasto in planetaria con il gancio a foglia  (oppure lavorate a mano con un mestolo di legno) e lavorate l’impasto per 1 minuto, poi unite una alla volta le uova: non unite l’uovo successivo se prima non sarà stato assorbito completamente il precedente. Dovrete ottenere una pastella liscia, cremosa e densa.

Sciogliete lo strutto ( o scaldate l’olio) in un pentolino fino a portarlo a 160-165°, poi friggete l’impasto versandolo a cucchiaiate: non friggete più di 3-4 sfincie alla volta per non abbassare troppo la temperatura dell’olio e per non rischiare di avere poco spazio quando le sfincie cominceranno a crescere.

Rigiratele spesso servendovi di due forchette, per dorarle su tutti i lati e farle quindi gonfiare bene. Con questa temperatura le sfincie dovranno friggere per almeno 10-15 minuti. Quando saranno ben dorate scolatele adeguatamente e adagiatele su  un vassoio con carta assorbente.

Quando avrete terminato di friggere lasciate intiepidire le sfincie, poi prendete la crema di ricotta, lavoratela qualche secondo con un mestolo di legno e poi, servendovi di un cucchiaio, ricoprite la superficie delle sfince.

Guarnite ogni sfincia con della granella di pistacchi, una ciliegina candita e una scorzetta di arancia candita e gustatele immediatamente!


Qual è l’origine della sfincia di San Giuseppe? ultima modifica: 2016-03-17T09:01:06+01:00 da Gloria Migliore
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