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I misteri della Processione

Da quando in paese non fanno più le corse dei cavalli, per mio compare Arasimo, Montelepre non è più la stessa. Gli mancano la calia e la simenza a km zero di Zariedda che con il suo caliatore posizionato all’angolo del Corso con via Milano diffondeva in tutto il centro storico il profumo della festa; gli manca la voce amplificata dell’annunciatore delle corse che intimava con autorevolezza di stare dietro le transenne chè le cavalle stanno per partire; gli mancano i ‘nfatini che scendevano dalla Testa Corsa con la staffetta; gli mancano i balconi stracolmi di gente che guardavano le corse, gli mancano Volare, Zair, Bomba Atomica e la scuderia Caputo, gli manca Cudduzzu, il guru delle corse, e la cacca dei cavalli sparsa in tutto il paese che assieme all’odore del torrone e alle musiche della banda accompagnava i tre giorni della Festa ru Signuri.

Non era festa se non c’erano le corse e le cadute dei cavalli alla Vutata o Mulinu. Ma come dice lui “Pultroppo le code belle finiscono sempre” e così Arasimo rimpiange con nostalgia quei giorni.

A salvarlo dalla depressione ha provveduto in tutti questi anni la processione dei Misteri alla quale ha sempre partecipato con grande entusiasmo. Ha interpretato tanti ruoli, come tutti noi, in relazione al’età.

Perché per i monteleprini i Misteri non sono solo una processione. Essi rispondono alla quale parte del nostro DNA che si realizza quando da semplici persone diventiamo personaggi. Tutto questo ci ha fatto prendere confidenza con gli eventi del Vecchio e del Nuovo Testamento e ci rende protagonisti assoluti della storia della cristianità anche quando ci siamo scoperti attori e abbiamo anche messo in scena gli eventi della Passione. Certo c’è ancora chi si ricorda della famosa scena di Giuda che butta a terra i soldi del tradimento con la famosa frase :”Tenetevi questi sporchi 30 dollari”! O il soldato romano che invece di dire “A morte i Giudei” in preda alla confusione esclamò convinto “A morte i Romani!”. Teatralità tutta monteleprina.

Ma i personaggi dei Misteri, tutti molto curati ed interpretati con serietà, servono anche a preparare l’animo degli spettatori al Vero Evento della Processione che è quello del vedere l’Urna del Cristo Morto e l’Addolorata. È quello il momento che tutti aspettiamo. È in quei momenti, esaltati dal Requiem della Banda musicale, che sottoscriviamo la nostra piena e totale appartenenza alla nostra comunità sociale e religiosa. Sono momenti di un pathos collettivo, drammatico e struggente, ai quali nessuno sfugge: compreso Arasimo che regolarmente si emoziona.

Eppure sembra che mio compare stia vivendo un’altra brutta delusione. Da qualche anno gli organizzatori hanno diviso la Processione in due tronconi: i Misteri la Domenica della Palme e la Processione il Venerdì. Non conosciamo i motivi, che magari saranno validi, ma se tra questi c’è il Grande Successo di pubblico, le centinaia di visitatori in più per i Misteri della domenica, credo che si possa evitare questo dispiacere ad Arasimo e a tanti cittadini che rivogliono la loro Processione integrale fatta il Venerdì come tradizione vuole.

Ritengo che a noi monteleprini non interessi solo il numero di visitatori ma soprattutto il vivere ed il partecipare ad un’emozione tutta nostra, intima e di grande raccoglimento, che ci portiamo dentro per sempre. Che vengano in tanti a partecipare ci fa piacere, ma senza snaturare la vera essenza della Processione per motivi di marketing turistico. Non si tratta di uno spettacolo ma di un’esperienza unica che si può condividere ma non dividere.
Per favore, ripensateci!

I misteri della Processione ultima modifica: 2016-03-26T20:24:42+01:00 da Nino Plano
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