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La Fondazione Palazzolo sprona genitori e scuola: «Insegnate ai bambini l’educazione stradale»

Il presidente della Fondazione Massimo Palazzolo Amici Della Vita, Salvatore Palazzolo, scrive una lettera aperta al dirigente scolastico, agli insegnanti e ai comandi di Polizia municipale di Montelepre e Giardinello chiedendo maggiore attenzione sull’educazione stradale dei minori e sull’uso dei dispositivi di sicurezza in bicicletta.

Palazzolo invoca più controlli da parte dei vigili urbani e ammonisce i genitori, rei secondo lo stesso di curarsi poco del comportamento dei propri figli in strada. L’invito a quest’ultimi è di impartire modelli comportamentali anziché consigli e semplici raccomandazioni.

Di seguito il contenuto del documento.

Capita spesso di vedere bambini e bambine in età scolastica scorrazzare con la loro bicicletta per le vie del paese (a Montelepre come a Giardinello) , il che può essere un bene visto il loro generale attaccamento ai videogiochi piuttosto che alla tv.

Purtroppo però rischiano continuamente la propria incolumità.

Si sentono i padroni della strada, forse perché imitano il comportamento di noi “grandi”; attraversano in velocità gli incroci senza guardare se passano vetture o pedoni – personalmente ne ho visti andare a zig zag nella pericolosissima via Mazzini di Giardinello, come pure contromano pensando che possono farlo poiché in bicicletta – e tutto questo rigorosamente senza caschetto (eppure qualche anno fa la Fondazione Palazzolo ne ha distribuiti ben 150 tra Montelepre e Giardinello).

Ad un primo esame si può pensare a dei genitori strafottenti verso la salute dei propri figli, ma poi a ben guardare quei bambini sono figli di operai come di dottori o professori o di spazzini o di avvocati. Come qualsiasi genitore, si farebbero tagliare la mano destra per i propri figli.

Allora?? Allora è ragionevole pensare che è un problema culturale, ovvero di cultura della sicurezza stradale.

Nessuno insegna a questi bambini le regole della sicurezza stradale. Siamo tutti complici e colpevoli: (1) I genitori che compriamo la bici nuova al figlio o figlia e con un semplice “stai attento” abbiamo assolto il nostro compito (ma stai attento a cosa se non so a cosa?); (2) Le istituzioni scolastiche, inteso non come figura astratta ma le persone che hanno studiato appositamente e si sono ripromesse di insegnare la Cultura agli altri per aiutarli a crescere (ma forse nel programma ministeriale non è chiaro, ci sono tante cose da fare…); (3) le istituzioni di Polizia Municipale, nate per fare rispettare le regole e per proteggere i cittadini anche contro se stessi; forse le uniche persone, assieme alle altre forze di polizia, alle quali i fanciulli possono portare rispetto e timidezza. Correte anche il rischio di essere ammoniti da un genitore, poiché un ora prima avete “rimproverato” suo figlio perché a tutta velocità contro senso a zig zag e senza caschetto, «Ma giustu giustu a me figghiu…».

I bambini hanno un bisogno disperato che qualcuno insegni loro come stare in strada in bici come a piedi e che trovino riscontro di questo in famiglia, e non avere paura ma contare sull’appoggio costruttivo delle forze dell’ordine.

Probabilmente è cosi che si inizia a non fare bellissimi funerali ai giovani.


La Fondazione Palazzolo sprona genitori e scuola: «Insegnate ai bambini l’educazione stradale» ultima modifica: 2017-02-20T07:39:06+01:00 da Giacomo Maniaci
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