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L’apologia della piazza

Comincia con questo articolo la mia collaborazione con Montelepreweb. Ogni settimana troverete scritto qualcosa che mi è frullato nella testa e che vorrei condividere con voi web-lettori. Non sarà uno spazio convenzionale, non si parlerà di cose definite o preconfezionate. Ogni settimana si cambierà argomento e passeremo dalla filosofia presocratica al panino con le panelle, dalla storia di Roma al crocifisso nelle aule.

Parleremo di tutto, come si fa o si faceva nelle piazze. Quelle belle piazze di paese dove tutto scorreva lento, dove la domenica mattina davanti ad un buon caffè si affrontavano le più audaci discussioni di politica, cultura, sport.  Dove ci si incontrava, si parlava seriamente e si raccontavano fatti e barzellette, dove tutti diventavano personaggi, attori protagonisti della vita di quel microcosmo che è un paese. Dove nascevano amicizie, amori, avventure. Dove nessuno era solo.

La piazza  siciliana, esaltata da Tornatore nel suo Nuovo Cinema Paradiso con quel pazzo che gridava “La piazza è mia”, quasi a sottolineare l’insidia dell’anagramma piazza-pazzia, è il luogo centrale della vita della comunità.

Tutto passa da lì e dal suo prolungamento che è il corso principale: la piazza è il cuore, il corso l’arteria principale. Se non ci sono questi due elementi non c’è un paese ma un caseggiato, una borgata: forme di vita inferiore.

Nonostante la violenta e ingombrante presenza di sempre più automobili che infestano le nostre piazze e le nostre strade, la vita della piazza resiste ancora e dobbiamo cercare in tutti i modi di salvaguardarla : perchè è bello collegarsi ad internet, guardare la tv HD, usare l’i-Phone o il touch screen, giocare con la play station ma al piacere di una bella chiaccherata con passeggio consequenziale non si potrà mai rinunciare.

Quindi come avrete intuito, questo spazio verà trattato come fosse una piazza: tutto avrà dignità. Dal festival di sanremo all’esistenza degli Ufo, dalla fine delle ideologie al Grande Fratello. Ogni settimana o quasi troverete una riflessione sia di tipo personale che generale, ma potreste anche trovare una foto, un video, una canzone, pezzi di film che occorre vedere. Insomma una piazza virtuale dove la nostra umanità si avvarrà della tecnologia affinchè le nostre sinapsi continuino a funzionare e a produrre ciò che il grande Lucio Battisti chiamava “Emozioni”.

Mi auguro che sarà una piazza frequentata, viva,sanguigna. Per quanto mi riguarda non ci sarà spazio per le discussioni ipocrite o banali. In questa piazza tutti dobbiamo dire ciò che pensiamo. Io lo farò sempre, come d’altronde ho sempre fatto. Vi invito a leggere e commentare. Vi invito ad appassionarvi agli argomenti senza mai scendere nella polemica sterile anche quando non la penseremo allo stesso modo. Mandiamoci reciprocamente affanculo con dignità piuttosto che affondare nella palude del conformismo o  peggio del silenzio.

Sabbenerica.

L’apologia della piazza ultima modifica: 2010-02-23T10:40:29+01:00 da Nino Plano

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