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23 maggio 1992: cronaca di un pomeriggio di sangue

Quel pomeriggio di maggio del 1992 , attorno alle 18.00, mi trovavo -casualmente- a casa davanti alla tv: una cosa insolita ad un orario insolito per me che non sono proprio un “pantofolaio”.

Stavo noiosamente eseguendo il consueto zapping perchè a quell’ora “in tv non fanno un ca…o!”, quando mi imbatto nell’edizione straordinaria di un tg: parlavano di un attentato, un’esplosione.

Il mio pensiero andò subito a Falcone e Borsellino. Era come se si trattasse di un copione già scritto: i due magistrati avevano già da tempo messo in grandi difficoltà Cosa Nostra e quando la belva viene messa alle corde reagisce con violenza, con rabbia.

Il mio cuore cominciò a pulsare forte, una sensazione mista di sconcerto, rabbia, impotenza si impadronì di tutto il mio sistema psico-fisico. Quando si cominciarono a vedere le prime immagini mi portai le mani alla testa. Ero come sospeso tra la realtà e la finzione. Speravo, in quei primi minuti con molta ingenuità, che si trattasse di un film, di un documentario, di una ricostruzione di episodi passati. E invece era tutto vero. Tutto tragicamente vero.

Era il 23 maggio del 1992 ore 17.58. Autostrada A29 pressi svincolo di Capaci.

Stavo vedendo scorre le prime, tremende immagini della Strage .

Stavo vedendo un enorme buco nell’autostrada che solo una grossa quantità di esplosivo poteva provocare. Fino a quel momento questo tipo di nelle immagini si era vista solo nelle corrispondenze della guerra in Libano : la mafia aveva già usato l’esplosivo ma mai con queste quantità. Si trattava di 500 kg di tritolo.

Nei primi momenti si disse che Falcone era ancora vivo, che lo stavano trasportando in ospedale. Tutta l’Italia onesta pregò che non fosse una bugia e che il magistrato potesse riprendersi presto e continuare la lotta alla mafia assieme all’amico Paolo Borsellino. Sappiamo purtroppo com’è andata.

Oggi, come ogni giorno, ho percorso l’autostrada e ho visto che hanno pulito il sito che ricorda l’attentato, lustrato i monoliti di metallo e cambiato le bandiere. Lo stato si prepara a celebrare questo giorno. È importante non perdere la memoria, inculcare nelle giovani generazioni i valori per i quali hanno perso la vita tanti servitori dello Stato.

È un giorno amaro questo 23 maggio. Eppure mi sento ottimista, nonostante tutto.

Sento che la Sicilia, da quel lontano giorno del ’92, è cambiata. Da quando, ai funerali di Falcone, la gente cominciò a urlare basta, a contestare apertamente i politici al funerale, ad esporre i lenzuoli dai propri balconi, a farsi riconoscere, a non avere paura di essere intervistati. Ad esporre nei propri uffici quella foto in bianco e nero dei due magistrati che fumano e sorridono, ormai una vera icona della legalità. Ad appaludire e fare il tifo per la “Squadra catturandi” ogni volta che portano in Questura i nuovi capi.

La Sicilia è cambiata. Adesso è normale che i commercianti denuncino gli esattori del pizzo, che la Confindustria dica ai suoi associati che se si rendono complici della mafia verranno espulsi, che la Chiesa abbia preso una netta posizione di contrasto a Cosa Nostra da quel memorabile discorso di Papa Wojtyla alla Valle dei templi.

Adesso è normale che tutti i partiti mettano nei loro programmi la lotta alla mafia, prima di Falcone e Borsellino la mafia “non esisteva”, era un’invenzione fantasiosa di qualche magistrato.

Adesso è normale che i boss vengano arrestati con costante regolarità, prima di parlava di “papello”, di accordi tra stato e cosa nostra, si proteggevano i capi, si garantiva una tranquilla latitanza.

Falcone diceva che la mafia è un fenomeno umano e come tale ha un suo principio, una sua evoluzione e una sua fine.

Forse quel 23 maggio assieme al successivo 19 luglio, date del martirio di Falcone e Borsellino, ha segnato proprio l’Inizio della Fine per Cosa Nostra.

Forse questo tumore sarà presto sconfittto. Ma se avverrà, non sarà stato per caso. Sarà costato tante vite umane, tanto sangue innocente che simbolicamente rappresentiamo con Falcone e Borsellino.

Ed è per questo che dico soltanto :Grazie Giovanni, grazie Paolo.

Chiedo, per questa volta, al popolo di MontelepreWeb che mi onora della sua attenzione, di lasciare un commento, di dire soltanto grazie Giovanni e grazie Paolo. Di dare, nel nostro piccolo, un segnale di cambiamento. Naturalmente firmandosi con i nomi veri. Solo così sarà veramente un bel 23 maggio.

23 maggio 1992: cronaca di un pomeriggio di sangue ultima modifica: 2010-05-21T11:51:16+02:00 da Nino Plano

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