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Il difficile rapporto banche-imprese

Un tema molto importante, dal mio punto di vista, all’interno dell’attuale scenario socio-economico non può non essere quello relativo al difficile rapporto banche-imprese.
Nello specifico, nonostante il nostro sistema bancario si sia rivelato davvero meno esposto rispetto a quello di altri Paesi (vedi Usa, Inghilterra, Gracia, Irlanda ) e considerato che le famiglie italiane, nel loro complesso godono ancora di un minore indebitamento rspetto alla media europea, le nostre piccole-medie imprese riscontrano ancora notevoli condizioni di oggettiva difficoltà nell’accedere al credito bancario, condizione indispensabile e notevole per una migliore e più significativa libertà d’impresa senza la quale non è possibile definirsi davvero competitivi all’interno della platea del mondo economico.
Ci sono svariate motivazioni sul perchè accade tutto ciò, ma voglio principalmente soffermarmi ad analizzarne un paio.
In primo luogo, il contesto è davvero mutato rispetto a qualche anno fa. L’economia mondiale non decolla e di conseguenza non si riattiva quel circolo virtuoso tra crescita e benessere economico. Le banche hanno più “paura” nel concedere credito, hanno timore della maggiore propensione al fallimento aziendale delle stesse imprese, che farebbero ricadere sulle stesso sistema bancario l’insolvenza poc’anzi enunciata. La mancanza della necessaria “liquidità” cristallizza e dunque paralizza fette importanti e sostanziali del mondo economico. Tutto ciò non produce effetti positivi perchè blocca materialmente la competitività delle stesse aziende e ne colpisce quindi gli aspetti relativi alla loro crescita.
E’ dunque auspicabile attendersi di più e subito. Se poi a tutto ciò aggiungiamo un sistema fiscale ancora troppo rigido e un sistema burocratico ancora meno digitalizzato rispetto ad altri Paesi, siamo indotti a dedurne che il sistema deve sempre più riformarsi con l’introduzione di nuovi e sempre più sofisticati processi di innovazione tecnologica (molti sono già introdotti, ma non ancora sufficienti) e soprattutto culturale, utili per l’efficienza, l’economicità e l’efficacia del mondo delle attività produttive.
Quindi, in conclusione, tra le imprese e le banche deve sussistere un rapporto di reciproca complementarietà, dal momento che la banca ha necessità di radicarsi sul territorio; a sua volta, per ovviare a ciò deve agganciarsi anche all’impresa che a sua volta si serve del servizio bancario per ottenere adeguate disponibilità di liquidità.

Il difficile rapporto banche-imprese ultima modifica: 2010-12-14T09:07:51+01:00 da Salvatore Pisciotta
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