News Fatti e protagonisti

L’urgenza di una nuova riforma fiscale

Durante questi anni, quante volte abbiamo oggettivamente sentito parlare della possibilità dell’introduzione di un nuovo sistema fiscale? Tantissime, dico io e mi convinco sempre più che con questa clima politico e con uno sviluppo economico così poco incisivo, una riforma fiscale non sta proprio dietro l’angolo.
Quella del sistema fiscale rappresenta una grande riforma, molti lo definiscono come un importantissimo punto di svolta per qualsiasi Paese, perché volàno di sviluppo e di ridistribuzione della ricchezza e del reddito che coinvolge inevitabilmente tutta la popolazione.
Come sistema Paese, che fa parte stabilmente nel G8 (cioè tra gli 8 Paesi maggiormente sviluppati), abbiamo un grossissimo fardello o zavorra (tanto per rendere l’idea), che si chiama “debito pubblico”, a fronte del quale non si contrappone ahimé una ben sostenuta e costante crescita economica.
Per rendere l’idea, il nostro è quel debito pubblico che si è formato a partire dagli anni 80 e che è cresciuto in maniera esponenziale, senza mai subire rallentamenti.
Andiamo subito al cuore del problema e della cifra che sovrintende ad una riforma di questo tipo.
Tenendo in considerazione i nostri conti pubblici, saranno necessari circa 100 miliardi di euro per redigere una buona riforma fiscale. Non è impossibile, ma è chiaro che sarà necessario un fortissimo coinvolgimento di tanti soggetti, seduti attorno ad un tavolo tecnico, che in una fase preliminare possano essere realmente propedeutici alla conduzione di profonde soluzioni di natura economica e giuridica in tal senso.
Appurato dunque lo “status quo”, la parola d’ordine e la strada maestra sarà quella che partirà dalla riduzione della spesa pubblica. Facile a dirsi, difficile da attuarsi nella sostanza. Ma questa è l’unica via, altrimenti continueremo sempre a parlare di semplice e pura aria fritta. È una scelta impopolare, ma molto obbligata.
Tutti sappiamo che, cosa accadrebbe se in una famiglia si spendesse più di quanto effettivamente si guadagnasse. Finisce che o si aumentano le entrate e quindi i guadagni, o si riducono le uscite e quindi si tagliano alcuni capitoli di spesa, oppure ci si fa prestare la parte mancante di reddito.
Per anni il sistema Italia si è sviluppato al di sopra delle proprie possibilità e ciò ha portato alla situazione attuale, appesantendo il futuro di tutti noi giovani generazioni.
Negli ultimi anni, dal 2006 ad oggi, coi ministri Padoa Schioppa e Tremonti, molto si è fatto sul versante relativo all’evasione fiscale. Nell’ultimo anno sono stati recuperati circa 9 miliardi di euro, secondo quanto affermato dal Ministero del tesoro e da Equitalia; sono tantissime risorse economiche, ma rappresentano ancora il 10 % dell’evasione complessiva. Ma anche questa è una componente importante che va inserita in un contesto di complessiva riforma fiscale.
Concludo dunque questo mio articolo con una considerazione, che si basa sul fatto che il varo di una nuova riforma fiscale rappresenta una delle più importanti sfide che dovrà affrontare il nostro Paese. Non è facile, ma sarà necessaria se si vuole ridare slancio al nostro sistema economico e produttivo. Al di là di tutto, ci saranno tante novità economiche e tanti nuovi provvedimenti che il legislatore ha già posto in essere, quale è ad esempio l’introduzione del nuovo redditometro o spesometro, una sorta di studio di settore applicato della persona, utile a testare la capacità di spesa pro-capite. Ma di questo e di altro ne parleremo successivamente con particolare riguardo ai futuri effetti del federalismo, municipale e regionale.

L’urgenza di una nuova riforma fiscale ultima modifica: 2011-03-04T08:57:30+01:00 da Salvatore Pisciotta
Altri contenuti riguardanti: