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La riforma senza stelle

L’abolizione delle Province siciliane, sbandierato dal presidente Crocetta in diretta tv lo scorso anno, è diventata legge da qualche mese. Con i voti della maggioranza di centrosinistra e dei seguaci di Grillo e Casaleggio “u mutu”, si è consumato l’ennesimo strappo alla democrazia. Perché dico questo? Non certamente per difendere un Ente sprecone e parassitario come risulta nell’immaginario collettivo la Provincia, ma per riflettere con voi cari affezionati lettori, su alcuni punti.

Sbaglio o di tutti gli scandali emersi in questi anni, partendo dal tesoriere della Margherita oggi PD che ha fatto sparire 25 milioni di euro (soldi pubblici) verso le sue tasche e arrivando ai duri e puri della Lega che al grido di “Roma ladrona!!” si compravano le mutande verdi coi nostri soldi , abbiamo sentito parlare poco o pochissimo delle Province?

È normale che in un paese democratico si abolisca un ente previsto nella Costituzione e nello Statuto siciliano già regolamentato con la Legge 9/86 in forma di Liberi Consorzi, in un salotto televisivo con i voti determinanti dei 5 stelle che hanno deciso dopo una consultazione in rete che è passata con circa il 60% dei votanti che significa qualche centinaio di militanti compresi amici e parenti, senza che nessuno di questi galantuomini – rinnovatori ad ogni costo – abbiano sentito il minimo bisogno o dovere di SENTIRE o confrontarsi non dico con i sindacati (basta con questi riti arcaici!!) ma almeno con i dipendenti ….siiii avete capito bene ..con i lavoratori ..con quei padri e quelle madri di famiglia che vivono con il loro magri stipendi di impiegati provinciali..con quelli che sono considerati i responsabili di tutti gli sprechi..con quelli che guadagnano il 25% dello stipendio di un loro collega impiegato o usciere all’ARS e per il quale fatto nessuno si straccia le vesti..nemmeno gli allievi siciliani di Grillo e Casaleggio “u mutu” che sono tanto sensibili agli sprechi e che per molti motivi godono della mia sincera stima. Perché, AMICI GRILLINI, visto che alla Regione contate abbastanza, non abolite questi assurdi privilegi?

Sapete quanto costano le Province in Sicilia? Circa 600 milioni. Sapete quanto si risparmierà con la loro abolizione? Quasi niente!!! Andiamo a dimostrarlo.

La metà della spesa è costituita dagli stipendi del personale che comunque saranno garantiti , quindi 300 milioni di spesa residua dei quali solo 23 sono destinati alle spese per gli organi politici. Il resto va alle spese di funzionamento, ai servizi e alle spese per investimenti ( circa 130 milioni). In buona sostanza si potrebbero risparmiare solo 23 milioni, perché le altre spese continueranno ad esserci anche se verranno pagate dai Comuni o dalla Regione. Il fatto che nei nuovi organismi consortili non saranno erogate indennità non vuol dire niente perché ad esempio se si costituirà come previsto l’Area Metropolitana di Palermo che comprende circa 23 comuni con relativi organismi, anche senza indennità, qualcuno dovrà pur pagare le spese per i Sindaci che si sposteranno per la loro attività. Saranno a spese dei comuni? E ai comuni chi glieli dà i soldini? La Regione!!! Le spese per gli uffici, per la luce, per i locali si continueranno a pagare con soldi pubblici anche se gestiti da altre entità. E comunque qualcuno mi spieghi come funzioneranno le Città Metropolitane perché a quanto pare nessuno lo sa. Nemmeno il legislatore che continua a rinviare.

Forse con una riflessione serena e documentata si sarebbe potuta evitare una riforma che sarà deleteria per il territorio. Perché l’Ente intermedio serve..eccome se serve!! Tant’è che è stato creato comunque anche se chiamato con altro nome. Ma amici miei, non sarebbe bastato dimezzare il numero dei componenti e le loro indennità per avere circa il 60-70% di riduzione della spesa e lasciare le Province che con una seria rielaborazione delle competenze e delle funzioni potrebbero dare le necessarie risposte ai nostri territori abbandonati a se stessi? L’ambiente, le strade, la promozione della attività produttive, i servizi sovra comunali, acqua e rifiuti dopo la dèbacle degli ATO, e tanto altro che una sana amministrazione provinciale potrebbe gestire al meglio. Questo non significa dimenticare che la classe politica delle vecchie province ha gestito tali servizi con criteri inadeguati o peggio clientelari, certamente con dei rappresentanti che hanno fatto schifo ma questo non autorizza nessuno a buttare il bambino con l’acqua sporca. Se poi a qualcuno dà fastidio il fatto che il popolo elegga dei propri rappresentanti territoriali, perché non si fa promotore dell’abolizione immediata e senza appello delle Regioni? Vere fonti di spreco e vilipendio della volontà popolare? Siamo tutti in attesa di riforme a 5 stelle.


La riforma senza stelle ultima modifica: 2014-05-09T09:35:58+02:00 da Nino Plano