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Evviva la moda della camminata

Io che di moda non ho mai capito nulla, io che alla moda ho sempre voltato spalle, decido oggi di parlarne.

L’altro ieri, 3 giugno, un giorno come tanti, un mercoledì qualunque. Fuori c’è una bellissima giornata, temperatura non esageratamente elevata, e io sono indecisa se andare o no a correre.
Dopo un po’ di tentennamento (dovuto al fatto che la mia amica con cui ogni tanto vado a correre mi ha dato buca) vinco la pigrizia e indosso un paio di scarpe da ginnastica, avviandomi verso i campetti sportivi di contrada Presti.

Giunta a destinazione, inserisco le cuffie alle orecchie, pigio play al mio lettore mp3 e inizio la mia corsa.
Basta qualche falcata per rendermi conto di non essere del tutto sola. Infatti, oltre le varie erbacce sparse un po’ ovunque nel campo di pattinaggio (pace all’anima sua!) e tra le gradinate, e le numerose bottiglie di plastica accumulate in vari punti del bellissimo campo di calcio in erba sintetica, scorgo vari gruppetti di volenterosi compaesani che sgambettano a destra e sinistra: una decina di ragazzini in età scolare gioca la loro partitella di calcetto nel campo più grande, un altro gruppetto occupa quello più piccolino (adiacente al palazzetto), due ragazzi fanno qualche scambio a tennis, altri tre pedalano in sella alle loro bici (nei brevi tratti in cui ciò gli è possibile), e altri ancora si dedicano al loro allenamento di running.

Per me che amo lo sport e lo pratico da vent’anni, essere circondata da tanto movimento è già un buon motivo per sorridere, stare bene, farmi sentire meno sola, e per un attimo far passare nel dimenticatoio le erbacce e le bottiglie di plastica che mi danno tanto fastidio.

La mia attenzione è catturata da alcune signore di mezz’età che camminano (più o meno) velocemente, percorrendo i confini dell’impianto sportivo, di tanto in tanto alternando la camminata a qualche timido accenno di corsetta. Ognuna di loro (non ricordo il numero esatto, forse erano 6.. o 8), nonostante non mi conosca personalmente, incrociando il mio sguardo sorride, per poi continuare il suo allenamento. Non è la prima volta che mi capita di incontrare gruppetti di signore impegnate nella camminata sportiva, per strada o, appunto, al campo, (già da qualche anno è possibile osservare sempre più frequentemente persone dedite a quest’attività, per lo più appartenenti al genere femminile), ma oggi in particolare questo incontro è per me motivo di riflessione, apprezzamento, speranza!

Siamo sempre pronti a evidenziare tutto quello che non va nel nostro bel paesello (cattive gestioni politiche, immondizia ad ogni angolo, mafia, disoccupazione etc..), dandola vinta a quell’atteggiamento pessimista e passivo che lascia poco spazio al famoso bicchiere mezzo pieno su cui siamo spesso invitati a concentrarci. Stanca di sentire sempre e solo gli stessi discorsi disfattisti, è sorto spontaneo il desiderio di condividere la felicità che ho provato durante la mia mezz’oretta trascorsa ai campetti..

Talvolta ho sentito definire queste signore seguaci della “moda delle camminate”: “Per ora c’è sta moda delle camminate.. se ne vanno tutte a camminare..”.
Il termine moda sta a indicare una tendenza del momento, per cui, in questo caso, chi lo accosta alla camminata (e alle camminatrici) probabilmente pensa che alla base di questa scelta vi sia il desiderio di imitare gli altri, di essere chiccosi, mettersi in mostra.

A me la cosa fa sorridere (anche se al 50% si tratta di un sorriso amaro) perché la attribuisco a quella tendenza di cui parlavo prima, di trovare del negativo anche in qualcosa di assolutamente positivo, al bisogno fisiologico del paesano di sparlare necessariamente di qualcosa.
Che poi, di che ci sorprendiamo?! Sappiamo benissimo che quando qualcuno osa fare qualcosa di diverso dalla massa, ha il potere di richiamare l’attenzione degli altri, dando inizio allo spettegules.

Pazienza, è la legge del paese, bisogna accettarlo e conviverci!

Con queste mie parole volevo soltanto dire a queste donne di moda, armate di buona volontà, che certamente c’è anche una parte di gente che le ammira, che tacitamente le applaude:
– perché preferiscono un’oretta di camminata a una trascorsa davanti alla televisione;
– perché anche se non hanno un fisico scolpito non rinunciano al movimento;
– perché si prendono cura di sé e della propria salute;
– perché sono da esempio a tante altre persone che conducono una vita sedentaria.

Ognuna avrà avuto il suo motivo per decidere di dedicarsi alla camminata, vuoi per rompere la routine quotidiana, o perché ha sentito dire che fa bene alla salute, perché ha visto in essa l’occasione per trascorrere del tempo con delle amiche.. O magari si, lo ha fatto perché voleva essere alla moda. E allora?! Che c’è di male?
In verità c’è solo del bene.

La cosa bella, su cui mi soffermerei e di cui (s)parlerei, è che nonostante i tanti difetti delle nostre strutture sportive, della loro titubante gestione, dei vincoli che ognuno incontra nella sua quotidianità, c’è chi come queste donne dimostra agli altri che se si vuole ci si può muovere, senza spendere nulla, se non qualche scambio di battuta con le compagne di camminata.

Mi auguro di cuore che tante altre persone seguano il loro esempio, d’altronde come dico sempre, così come si possono contagiare le cattive abitudini, si può fare lo stesso con quelle buone.
W la moda!

Evviva la moda della camminata ultima modifica: 2015-06-05T10:00:15+02:00 da Anna Maria Giostra
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