Aldilà delle differenti visioni politico-culturali, Matteo Renzi non mi è mai stato molto simpatico. Non mi piace la sua spocchiosa supponenza, non mi è piaciuto il modo con il quale ha fatto fuori il suo predecessore Enrico Letta (ormai virale il suo “stai sereno”!), non mi piace la sua espressione facciale e le sue smorfie da Mr. Bean, non mi piace la sua politica para-berlusconiana del “tutto sta andando bene” – l’Italia è ripartita, i ristoranti sono pieni, gli italiani con questa crisi” si sono arricchiti” – non mi piacciono le sue finte riforme.
Ero un estimatore, da destra, di quel galantuomo di Bersani che meritava di governare, avendo vinto le elezioni seppure con numeri insufficienti; ma ha incontrato nel suo cammino il Grillo Blogante che non gli ha voluto dare quell’aiutino di cui aveva bisogno aprendo così la strada alla strana coppia Renzi-Alfano che governa con una maggioranza, non decisa dai cittadini, formata da un partito di sinistra che fa politiche di destra e un partito che si chiama Nuovo Centro Destra e che appoggia una maggioranza di sinistra. Un pateracchio senza precedenti gestito con grande disinvoltura da quest’uomo.
Eppure stavolta debbo dare ragione al Presidente del Consiglio! Perché tra la mala politica dei partiti, che non gode al momento di grande apprezzamento popolare per motivi iper-condivisibili, e l’antipolitica demagogica e presuntuosa di Grillo-Casaleggio preferisco sempre la politica (naturalmente quella buona!).
Ma andiamo ai fatti. Come tutti sapete a Quarto Flegreo (Napoli) il sindaco Rosa Capuozzo è stata espulsa dal Movimento di Grillo non per fatti di corruzione o collusione con la camorra, di cui è invece sembra coinvolto un consigliere comunale dello stesso movimento, ma per il semplice motivo che il sindaco, come la moglie di Cesare, deve essere per forza, seppure tardivamente, al di sopra di ogni sospetto.
Quindi pur essendo stata dichiarata parte lesa, il Sindaco è colpevole di non avere riferito ai suoi capi alcune sensazioni o riflessioni relative all’interpretazione di quello che il suo consigliere in odore di voto camorristico le aveva detto. Con toni enfatici Grillo dichiara “che siccome noi non siamo un Pd qualunque ma siamo il Movimento 5 stelle “ espelliamo il Sindaco che non si è voluto dimettere come le era stato ordinato. Quindi invece di garantire il loro sindaco, i grillini ne chiedono le dimissioni e in difetto ne decretano l’espulsione dal Movimento prima di qualsiasi pronuncia giudiziaria. E la democrazia?
Eppure il/la Sindaco di Quarto era già stata pizzicata per un presunto abuso edilizio del marito, ripreso adesso dal PM, ma Grillo pubblicava nel suo blog un intervento della stessa nel quale dichiarava “Le infamie non ci piegheranno!” e comunque il tentativo di estorsione di Giovanni De Robbio, consigliere comunale 5 stelle, nei confronti del Sindaco è basato proprio su queste vicende. Sembra una storia da Prima Repubblica, eppure stiamo parlando di due eletti nel Movimento 5 Stelle!
Non finisce qui. A quanto pare lo stesso marito esegue lavori di tipografia per il Comune con evidente conflitto di interesse (vedi commenti dei militanti allo stesso articolo). E se invece di essere un sindaco 5 stelle la Capuozzo fosse stata del Pd o di Forza Italia cosa avrebbe detto Grillo?
Il primo cittadino, sostenuto da tutti i suoi consiglieri comunali a 5 stelle, resta in carica e vuole continuare la sua azione di governo contro la camorra. Se le indagini attesteranno che è estranea a qualsiasi reato vuol dire che che la sua espulsione, come quella di tanti altri dal movimento, risponde più a esigenze di propaganda politica più che al rispetto della nostra Costituzione che come sappiamo è garantista.
Sinteticamente, questa è stata la cronaca. Non entro minimamente nel merito della vicenda giudiziaria che sarà chiarita dagli inquirenti ma voglio discutere sull’aspetto politico.
Ho apprezzato la dichiarazione di Renzi che ricorda a Grillo “che il Movimento 5 Stelle non ha il monopolio della morale” e che anche i pentastellati dovranno abituarsi a questi episodi di avvicinamento da parte della malavita organizzata alla quale non interessa assolutamente il colore di chi amministra ma cerca solo dei punti di accesso per infiltrarsi nell’amministrazione.
Ora non può assolutamente passare la teoria che se il mafioso tenta di infiltrarsi in amministrazioni gestite dai tradizionali partiti questi diventano in automatico corresponsabili e collusi e se invece il tentativo è perpetrato nei confronti di amministrazioni 5 stelle il movimento è esente da qualsiasi responsabilità solo perché espelle tutti.
Bisogna distinguere caso per caso e nell’ipotesi di totale estraneità dell’amministratore locale ai reati contestati, difendere queste persone e non sacrificarle sull’altare di un’assurda verginità politica.
Tutti sappiamo che il Movimento 5 stelle è fatto di persone oneste, non c’è alcun bisogno di dimostrazioni plateali. E ricordiamo sempre che Cesare, che pretendeva che sua moglie fosse al disopra di ogni sospetto, la tradiva quotidianamente.