Alla fine è arrivata. La tremenda e dolorosa notizia che aleggiava da tempo tra Monte d’Oro e il Saraceno e tra le montagne di spazzatura che assieme allo scempio delle cave caratterizzano ormai il nostro martoriato territorio è arrivata. Siamo stati sciolti e quindi ignominiosamente etichettati come comune inquinato da infiltrazioni mafiose. Infiltrazione….una parola che definisce molto bene il fenomeno. Come quando una certa quantità di acqua per svariati motivi si insinua tra le mura o il pavimento delle nostre case in maniera subdola e lenta e che si manifesta solo quando il danno è sicuramente fatto. Perchè l’infiltrazione non è eclatante. Non fa rumore, cammina in silenzio, senza disturbare e quando la scopri è sempre troppo tardi. È come un tumore. Proprio come la mafia.
Devi solo augurarti che sia superficiale perché sai per esperienza che più è profonda più il danno sarà grave.
Che a Montelepre ci fosse la mafia non credo che sia stata una sorpresa per nessuno: fino a quando non si realizzerà la profezia di Giovanni Falcone e cioè che la mafia è un fenomeno umano e come tale destinato a finire, siamo consapevoli che la nostra meravigliosa terra continuerà ad essere vittima di questa immonda oppressione. Per fortuna i tempi sono cambiati e dalla intollerabile affermazione di certa politica della 1° repubblica “ che la mafia non esiste” e dalle connivenze e complicità della medesima politica della 2°, siamo passati ad una incoraggiante reazione delle nuove generazioni, degli imprenditori, della parte buona della politica e della collettività contro questo insopportabile dominio.
La Sicilia è stanca di subire. La Sicilia si ribella. La Sicilia combatte la mafia. La Sicilia non è mafia ma vittima della stessa. Purtroppo sappiamo bene che anche il nostro paese non sfugge a questa aberrazione; tuttavia volendo parafrasare un ex Presidente della Repubblica grido a piena voce : “IO NON CI STO”!!!
Io non ci sto ad essere considerato cittadino di un paese etichettato come mafioso per colpa di pochi individui che non rappresentano per niente la comunità monteleprina .
Io non ci sto a vivere nel mio paese, di cui sono profondamente innamorato, in maniera passiva e depressa e vedere i miei concittadini, gente buona, onesta e socievole sempre pronta al sorriso, sempre più chiusi, frustrati e delusi dalle istituzioni che dovrebbero rappresentarli e tutelarli.
Io non ci sto a fare finta di niente e plaudo alle forze dell’ordine ed alla Magistratura che hanno scoperchiato la fogna che ha appestato Montelepre ed avviato una severa pulizia delle istituzioni locali anche se ad un prezzo altissimo per i cittadini, in attesa di conoscere le responsabilità personali dei soggetti coinvolti nelle indagini con l’auspicio che si possa fare presto e conoscere la verità attraverso il processo, comminando le giuste e severe condanne per i colpevoli.
Io non ci sto a rassegnarmi e pensare che le cose non possono mutare. Io so che si può e si deve cambiare perché sono un cittadino onesto, perché sono un padre che vuole guardare negli occhi i suoi figli senza vergognarsi e consegnare un futuro sereno e libero dalla mafia alle nuove generazioni.
Io non ci sto ad avallare la concezione manichea di certa becera ideologia per la quale tutto il buono è da una parte e tutto il cattivo dall’altra. Se la mala erba della mafia è cresciuta nel nostro buon seminato la responsabilità, ovviamente non intenzionale, è di tutti perché forse non abbiamo compreso per tempo quello che stava succedendo, forse perché siamo stati nell’indifferenza, forse non abbiamo saputo lottare nella maniera giusta, forse perché abbiamo avuto paura, forse perché ci ha fatto comodo mettere la testa sotto la sabbia, forse perché non abbiamo avuto il necessario coraggio, forse perché le nostre istituzioni non hanno saputo contrastarla efficacemente. Ma con i forse non si va da nessuna parte.
È il momento di dire la basta! Riprendiamoci Montelepre perché è nostra e non di pochi delinquenti! Abbiamo davanti un lungo periodo per riflettere, elaborare e agire facendo tesoro di quello che è successo. Occorre che ognuno faccia la sua parte: cittadini, associazioni, partiti, imprese, sindacati. Tutto quello che rappresenta la vera Montelepre si deve aggregare per fare rinascere la nostra bella, sana, onesta, unica e meravigliosa città. Ci tocca fare questa ennesima traversata nel deserto per costruire non certamente un “nuovo mandamento” ma un nuovo Risorgimento contro l’oppressione della mafia.