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E ora chi paga?

Quando un normale cittadino sbaglia nei confronti dello Stato, ad esempio se dimentica di fare la revisione della propria automobile, il poliziotto zelante ti appioppa giustamente una bella multa e magari ti sequestra anche il mezzo lasciandoti appiedato ed in grosse difficoltà logistiche. Ma quando a sbagliare è lo Stato, ad esempio sciogliendo un Comune per presunte infiltrazioni mafiose che poi risultano inconsistenti e comunque non verificate, chi paga?

Chi risarcirà il sindaco e l’amministrazione comunale di Giardinello per il gravissimo danno alla propria dignità ed onorabilità subita ad opera di Organi dello Stato che hanno sciolto il Comune «in assenza di un ragionevole livello di certezza circa la sussistenza di elementi almeno indiziari d’infiltrazione mafiosa…» (sentenza Tar del Lazio).

Chi risarcirà i cittadini di Giardinello che hanno subito 8 mesi di commissariamento del loro Comune con l’onta di essere etichettati come paese mafioso in «mancanza di una verifica da parte del Ministero dell’Interno e dei suoi organi..»?

È possibile in un paese democratico assistere a tali provvedimenti senza indignarsi?

Che lo Stato faccia la lotta senza quartiere alla mafia è cosa buona e giusta. Che lo Stato verifichi la sussistenza di inquinamenti mafiosi delle Istituzioni locali è degno di grande apprezzamento. Che vengano commissari prefettizi a ripristinare la legalità quando nei comuni il malaffare e la collusione con la criminalità è acclarata e provata merita il plauso da parte di noi tutti. Ma quando lo Stato agisce con una certa approssimazione, come ha accertata il Tar del Lazio, e priva la Comunità locale dei propri Organi amministrativi democraticamente eletti, non dovrebbe risarcire il Popolo?

Non credo che basti la condanna al pagamento delle spese processuali. Una legge giusta dovrebbe prevedere anche una sanzione per lo Stato. È urgente la modifica delle norme sullo scioglimento dei Comuni per mafia – come auspicato dal Presidente della Commissione parlamentare antimafia siciliana Nello Musumeci riunitasi presso il Comune di Montelepre – perché è vero che nei Comuni che sono davvero vittima di infiltrazioni mafiose spesso non basta il commissariamento per 18 o 24 mesi ma occorrono misure ancora più severe e prolungate per il ripristino della legalità.

È vero altresì che prima di sciogliere un Comune per mafia, pur trattandosi di un provvedimento preventivo occorre che si abbiano seri «elementi almeno indiziari». E sarebbe anche giusto che quando a sbagliare è lo Stato vengano adottati provvedimenti riparatori, ad esempio un finanziamento straordinario per opere pubbliche o magari delle scuse da parte dell’attuale Ministro dell’Interno invitandolo a mandare ispettori anche negli Enti che dovrebbero garantire ad esempio la normale raccolta dei rifiuti; perché vedere i nostri paesi sommersi dalla spazzatura è un oltraggio alla Sicilia e ai siciliani.

Un plauso al sindaco di Giardinello Giovanni Geloso e alla sua Amministrazione per avere avuto il coraggio di portare lo Stato Italiano in tribunale per rivendicare la propria qualità di cittadini perbene e di amministratori onesti e che ha ribadito l’onestà della popolazione di Giardinello.

E considerato che nessun ex amministratore monteleprino ha provveduto a fare lo stesso per la nostra città ci ha pensato pure lui. Grazie sindaco per avere difeso anche la dignità e l’onestà della città di Montelepre.

E ora chi paga? ultima modifica: 2015-03-12T21:56:57+01:00 da Nino Plano
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