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Gioco responsabile, è un’alternativa alla ludopatia?

ludopatiaIl comportamento dello Stato nei confronti del gioco d’azzardo continua a fare discutere. Le speranze di chi parteggia per una soluzione “no slot” estrema vengono costantemente deluse, con provvedimenti provvisori lontani dallo smantellare un sistema ormai ben radicato. L’iniziativa rimane in mano agli enti locali, che si trovano di fronte a una scelta impegnativa: tutelare i cittadini o gli interessi degli esercenti? Il rischio è di scontentare entrambe le parti, non potendo penalizzare del tutto una delle due.

Ha fatto discutere un’azione promossa dal comune di Curtatone, che ha concesso sgravi fiscali fino al 20% sulle imposte sui rifiuti agli esercenti in grado di applicare il gioco responsabile. Le polemiche derivano dalla volontà di un’azione più dura nei confronti dell’azzardo, che deve essere oggetto di un divieto e non di una limitazione. Non basterebbe quindi proporre il gioco responsabile, ma bisognerebbe studiare un piano contro la ludopatia. Oggi in Italia sono più di 800.000 le persone che presentano un comportamento associabile al gioco patologico: molte di loro non riconoscono il problema, contando sulla possibilità di giocare in sale sempre più isolate. E gli aiuti promossi dalle istituzioni in genere non bastano per fare un passo allo scoperto.

Il problema è dunque che il gioco responsabile prova a porsi come un’alternativa alla ludopatia, ma non sempre riesce a realizzare l’intento. L’azzardo diventa patologico senza che il giocatore ne sia consapevole, o senza che voglia realmente interrompere la sua dipendenza. Una modalità comune anche ai fumatori, con la differenza che la perdita economica è moltiplicata in modo esponenziale.

ludopatia 2Per di più recenti statistiche dimostrano che la dipendenza dall’azzardo è spesso collegata a una situazione finanziaria complicata. Circa il 50% dei soggetti problematici non hanno un lavoro fisso, e molti di loro cercano un riscatto sociale con una vincita importante. Non a caso le specialità dell’azzardo con maggiore successo in Italia sono quelle che consentono di guadagnare tanto in poco tempo. Potenzialmente, perché poi la realtà di solito è un’altra. Slot machine, videolottery e AWP costituiscono insieme circa la metà del volume di gioco in Italia, 49 dei 96 miliardi di euro totali.

Non tutte le regioni tuttavia hanno impugnato con decisione la lotta al gioco d’azzardo. La Sicilia per esempio non ha ancora emendato nessuna legge, né le discussioni sono in fase avanzata. E questo nonostante la radicata abitudine a scommettere, che di certo riguarda l’isola più di molte altre zone d’Italia. Il ruolo di traino spetta allora a Messina, che ha varato un’ordinanza sugli orari di apertura dei piccoli centri di scommesse. La decisione comprende l’obbligo di chiusura dopo le 22, oltre a tre ore nel pomeriggio. Il passo successivo dovrebbe essere l’introduzione di un distanziometro dai luoghi sensibili, una soluzione già adottata in diverse regioni italiane. Non in Sicilia, dove l’unica azione concreta è stata finora portata dalla guardia di finanza, che ha intensificato i controlli per contrastare il gioco illegale. Una mossa fondamentale per aiutare i giocatori locali, portandoli dove l’occhio vigile dello Stato può verificare che, almeno, non perdano denaro in macchine truccate. Una goccia nell’oceano della ludopatia italiana.

fonte: Gaming Report


Gioco responsabile, è un’alternativa alla ludopatia? ultima modifica: 2017-10-31T17:07:44+01:00 da Redazione