Blog idee e opinioni

I proclami e la mancata rivoluzione

Quando il governatore Crocetta dal divano televisivo di Massimo Giletti annunziò con il suo megafono l’abolizione delle Province in Sicilia anticipando i tempi per il resto d’Italia, si guadagnò il consenso di tutta la nazione. Finalmente un politico che agisce, finalmente uno che decide, finalmente un uomo serio.

Debbo confessare che anch’io, pur non avendolo votato, ho creduto che fosse venuto il tempo del cambiamento; che con Crocetta la Sicilia avesse trovato la guida giusta, che era arrivato il momento di voltare pagina. Basta con la politica ciarlatana, con i partiti ladroni, con le risorse sprecate, con l’immondizia nelle strade, con i servizi inefficienti, con la mala sanità, con le ingiustizie sociali, con i privilegi della casta.

La Sicilia ha aspettato tanto, non può ancora subire le nefandezze di una classe politica corrotta ed inefficiente, ed ha votato un presidente di rottura, uno che ci doveva riportare nella strada giusta dello sviluppo economico e sociale.

Adesso, ad un anno di distanza dalla sua elezione, possiamo tirare un primo sostanziale bilancio concentrandoci su uno dei temi a lui più caro: l’abolizione della Province. Cosa è successo?

Preliminarmente dobbiamo dire che sulle Province sono stati caricati tutti i guasti e le nefandezze della politica italiana. Ma è proprio così? O sarebbe stato più giusto prevedere l’abolizione delle Regioni, voragini gigantesche di soldi pubblici spesi per privilegi privati, creature mostruose di malgoverno e di malaffare al cui confronto le Province sono paragonabili a piccole formiche?

Vi risulta che sia cambiato qualcosa nella sanità? O i nostri ospedali, quando non vengono chiusi, sono ancora da quarto mondo? Vi risulta che siano migliorati i servizi pubblici? I trasporti, la raccolta rifiuti, la gestione dell’acqua, le strade? O le montagne di immondizia sono ancora in bella vista nel nostro territorio?

Ecco il punto. Invece di lanciare proclami sull’abolizione delle Province che potrebbero essere riformate riducendo all’essenziale le cariche e le indennità perché non sono stati risolti gli atavici problemi della nostra terra? Perché andare a creare un ulteriore caos istituzionale con le prevista riforma che abolirebbe tanti comuni, piccoli e grandi, togliendo sovranità al popolo che non è più il titolare delle scelte ma che si ritroverebbe a subire ancora le decisioni della politica?

Quindi da questo nostro piccolo e modesto spazio lancio una proposta. Perché non fare decidere al popolo? Facciamo un referendum sull’abolizione delle Province!! Se i cittadini decideranno di abolirle e di creare Consorzi e Aree Metropolitane, allora Crocetta avrà avuto ragione, ma se il popolo, al quale appartiene la Sovranità, decidesse di mantenerle e riformarle non ci sarebbe più tempo da perdere dovremmo togliere subito le batterie al Megafono!

I proclami e la mancata rivoluzione ultima modifica: 2013-11-21T16:55:01+01:00 da Nino Plano