Negli ultimi mesi abbiamo sentito parlare a più riprese di federalismo fiscale:  lo abbiamo letto sui giornali, sentito nei talk show politici ed economici, ed è stato al centro del recente confronto politico, nel contesto del quale anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso la sua opinione.
Tralasciando il contesto, le divergenze di opinioni, ed entrando più nei dettagli, c’è da dire che il federalismo fiscale viene promulgato con la legge n.42 del 5 maggio 2009. Uno dei suoi principi fondamentali sarà quello di coordinamento dei centri di spesa con i centri di prelievo, attribuendo quindi un’enorme responsabilità a quegli enti che gestiscono le risorse economiche. Si tratta quindi di un capovolgimento di quanto accade oggi, di una rivoluzione del concetto stesso, sia formale che sostanziale, di trasferimento statale verso gli enti periferici. Ogni ente periferico diventa dunque responsabile ed artefice della propria vita economica e finanziaria, dalla quale ne scaturisce in definitiva l’offerta complessiva di servizi resi alla cittadinanza.
In questo momento ci si trova nella cosiddetta fase “attuativa”, durante la quale il Governo nazionale dovrà promulgare le modalità d’attuazione del federalismo fiscale, sapendo ben coniugare i concetti di efficienza e solidarietà, tenendo ben in evidenza che è giusto e condivisibile premiare gli enti virtuosi, e nel contempo non tralasciando che la penisola italiana è costituita anche da un meridione che di certo non è ricco quanto il nord del Paese. Dunque, concetti di solidarietà ed equità che non vanno confusi con quello di “assistenza”, che non ha certamente prodotto quello sviluppo economico che attendiamo da diversi anni.
Quindi, i prossimi mesi diventano cruciali in questo senso, contornati da un lato dalle più legittime attese degli amministratori degli enti periferici e dall’altro da uno scetticismo popolare, che può essere messo da parte solo con l’attuazione politica economica che non crei reali svantaggi per le classi più povere e con una diligente gestione delle risorse economiche, ricavate dal decentramento tributario.